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Il coding spiegato ai bambini

Quasi 3.000.000 di studenti coinvolti, 38.000 insegnanti e 7.000 scuole in tutta Italia. Questi sono i numeri trasmessi dal Ministero dell’istruzione nell’agosto 2021 sul progetto Programma il futuro. Un’iniziativa che si pone l’obiettivo di insegnare in maniera semplice ed efficace il coding insieme alle basi scientifico-culturali dell’informatica. Sono dati che rendono bene la portata di un progetto nato dalla collaborazione tra Ministero dell’Istruzione e il laboratorio “Informatica e Scuola” del CINI – Consorzio Interuniversitario Nazionale a partire dal 2014. “L’introduzione strutturale nelle scuole dei concetti di base dell’informatica attraverso la programmazione (coding), usando strumenti che non richiedono un’abilità avanzata nell’uso del computer, ha già coinvolto più di 720 milioni di studenti in tutto il mondo”, si legge nella circolare relativa all’anno scolastico 2021-2022.

Perche è importante il coding

Il coding nella scuola è stato introdotto anche in Italia come attività che facilita lo sviluppo del pensiero computazionale. È un metodo didattico che si basa sul problem solving, quindi sull’attività di comprendere e affrontare un problema, trovando una soluzione tramite il pensiero logico. Come approccio metodologico trasversale, il coding a scuola non vuole far acquisire informazioni o nozioni tecniche, ma aiutare a sviluppare competenze orizzontali, che possono essere applicate a materie e aree diverse.

Per scoprire cos’è il coding e quali obiettivi didattici possa contribuire a far raggiungere rimandiamo all’articolo Coding a scuola.

Primi passi nel coding alla scuola dell’infanzia

Risolvere giochi linguistici, creare storie, programmare robot. Questo è coding. Per farlo non è necessario dedicare all’interno dell’orario scolastico una o più ore. L’approccio trasversale del coding che porta alla soluzione di un problema, partendo da una situazione base, può fungere da stimolo durante qualsiasi ora di lezione. Compito dell’insegnante sarà quello di coinvolgere i discenti, ponendo loro una situazione o un problema da risolvere, consentendo così l’applicazione della metodologia di problem solving del coding.

L’approccio trasversale del coding può essere introdotto fin dai primi anni del percorso scolastico. Sì, fin dalla scuola dell’infanzia. Nelle Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo d’istruzione sono previste, infatti, attività legate allo sviluppo del pensiero computazionale. Un’introduzione ad alcuni linguaggi di programmazione semplici, utili a sviluppare il piacere per l’ideazione e la realizzazione di progetti, e a porre le basi della comprensione del rapporto tra codice sorgente e risultato visibile.

Il Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Laboratorio “Informatica e Scuola” del CINI, ha reso disponibili per le scuole stimoli e materiali da utilizzare in classe con studenti e studentesse, fin dalla scuola dell’infanzia e la scuola primaria.

Si tratta di una serie di lezioni interattive e non interattive, che ogni istituto scolastico può decidere di utilizzare, adattandole alle proprie esigenze e alla propria programmazione didattica. A conferma dell’estrema trasversalità del coding, che non è una materia, ma una metodologia, ogni lezione è stata pensata per essere utilizzata in classe da insegnanti di qualunque materia. Anche materie come storia, apparentemente scorrelate dal mondo dei codici di programmazione, possono contribuire alla creazione del bagaglio di competenze trasversali sviluppate dal coding. Non è necessaria un’abilità tecnica né una preparazione scientifica o informatica particolare.

Di cosa si tratta?

Il Ministero propone la cosiddetta Ora del Codice, un’ora di avviamento alle basi dell’informatica con 22 percorsi della durata di un’ora. Tra questi, due percorsi dedicati agli studenti e alle studentesse della scuola secondaria superiore.

Oltre all’Ora del Codice, è prevista anche un’attività didattica di livello più avanzato e approfondito con ulteriori lezioni articolate in sei corsi regolari e due corsi rapidi, da fruire a seconda dell’età e del livello di esperienza degli studenti. Entrambi i tipi di attività possono essere seguiti sia attraverso lezioni tecnologiche, con l’ausilio di pc e connessione internet, sia con lezioni tradizionali, senza necessità di utilizzare device tecnologici.

Come funziona il coding con computer e robot

Computer e robot possono essere programmati affinché eseguano una serie di istruzioni precise e dettagliate, cosi da raggiungere l’obiettivo che il programmatore si pone.

Studenti e studentesse possono essere coinvolti in giochi ed esercizi interattivi, ad esempio facendo svolgere ai personaggi sullo schermo un percorso, spostando blocchi, aggirando ostacoli, creando una sequenza di azioni che permetta al device tecnologico di leggere e di seguire le istruzioni e completare con successo il percorso. In sintesi, il computer, il robot, lo smartphone eseguono le azioni previste nel codice di istruzioni.

Il programma viene, quindi, eseguito in modo veloce e automatico e il programmatore ha immediatamente modo di capire se la sequenza di istruzioni che aveva predisposto per la risoluzione della situazione base era ben congegnata e corretta.

E nel caso in cui il codice creato non fosse corretto e l’esecutore tecnologico non fosse riuscito a raggiungere l’obiettivo prefissato? Resterebbe sempre aperta la possibilità di tornare alla costruzione del codice, apportando le modifiche necessarie. Si entra, quindi, in un processo di apprendimento e auto-apprendimento basatao sul trial and error, ovvero sul tentativo, l’errore e la possibilità di correggere l’errore.

Con il coding educativo il focus dell’attenzione è posto sul ragionamento e sul procedimento logico e creativo messo a punto per raggiungere l’obiettivo. Non c’è necessità di conoscere il linguaggio di programmazione o di digitare in codice. Ogni blocco di istruzioni corrisponde sì a un codice in JavaScript che però gli studenti non avranno bisogno di conoscere, lavorando su un’interfaccia grafica visuale e intuitiva.

Esistono numerosi strumenti online che consentono di fare programmazione visuale a blocchi. L’esempio più noto di strumento online per fare coding a scuola è Scratch. Da menzionare anche Blockly, libreria per la creazione di interfacce di programmazione visuale a blocchi.

Un esempio di Blockly

Cosa si intende per coding unplugged

Ogni situazione che presuppone una procedura da costruire, un problema da risolvere attraverso una sequenza di operazioni, una rete di connessioni da stabilire è coding, sempre che sia previsto anche un momento di riflessione e di esplicitazione rispetto alle scelte operate.

Partendo da questo presupposto, le attività di coding proposte a scuola fin dalla scuola dell’infanzia possono essere anche unplugged, cioè svolte senza l’ausilio di dispositivi informatici. Nella didattica si possono, quindi, proficuamente mettere a punto attività legate al pensiero computazionale anche senza le macchine e la programmazione informatica.

Il pensiero computazionale può essere sviluppato attraverso un approccio ludico, facendo in modo che i bambini possano imparare a ragionare, giocando per trovare la soluzione a vari problemi posti da un insegnante o educatore. Questo genere di attività è particolarmente indicato per un primo avvicinamento al pensiero computazionale, prima di utilizzare gli strumenti elettronici come pc e tablet.

Come si fa coding unplugged?

Attraverso la creazione di storie, la realizzazione e applicazione di percorsi psicomotori, attraverso giochi linguistici. Nei giochi ed esercizi di coding unplugged una o più persone programmano il codice, l’insieme di istruzioni da eseguire, altre persone svolgono il ruolo del lettore ed esecutore del codice. Queste ultime devono comportarsi come un robot, eseguendo attentamente le istruzioni previste dal programma e predisposte da un altro partecipante al gioco. Non servono quindi per forza un ambiente di programmazione o dispositivi tecnologici, il significato di coding come pensiero computazionale va oltre l’uso di strumenti tecnologici.

Il coding unplugged consente perciò di superare eventuali barriere o limiti tecnologici, valorizzando l’attività di pensiero rispetto alla strumentazione messa in gioco. Ma non solo, oltre a valorizzare l’attività di pensiero di chi sviluppa le istruzioni, consente di comprendere meglio il ruolo di pc e device elettronici come lettori di codice ed esecutori materiali di istruzioni.

Esempi di strumenti di coding unplugged sono CodyFeet e CodyColor.

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