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La storia del computer: dai primi calcolatori bellici ai portatili

Dalla fine del 1700, l’umanità è stata coinvolta e sconvolta dall’avvento delle rivoluzioni industriali. Avanzamenti tecnologici, che interessavano, in primis, l’area della produzione industriale.

Dagli anni Settanta è in atto un processo continuo di innovazione tecnologica, senza precedenti, sia in termini di rapidità, che in termini di impatto sulla vita delle persone.

Ormai, oggi giorno, siamo circondati da calcolatori, in tutte le forme: dai personal computer agli smartphone, dagli smartwatch all’elettronica in auto. Qualsiasi aspetto della nostra quotidianità è agevolato dall’utilizzo di queste tecnologie, imprescindibili, in qualsiasi ambito.

Ma dove ha avuto origine tutto ciò? Dove fondano le radici della più grande rivoluzione tecnologica della storia dell’umanità?

Questo articolo risponderà a questi quesiti, ma non solo, andrà ad analizzare i differenti punti cruciali, dal primo calcolatore agli attuali strumenti di uso comune.

Indice dei contenuti

Quando è nato il primo calcolatore?

Nel corso della storia sono numerose le scoperte e le invenzioni che, una volta rielaborate ed utilizzate all’interno di processi più complessi, hanno fornito strumenti e conoscenze utili alla realizzazione dei calcolatori elettronici. A partire da macchine formate da ruote dentate, passando per la macchina analitica di Charles Babbage del 1833 programmabile tramite schede perforate, progettata ma poi mai realizzata concretamente, si è giunti ai moderni calcolatori.

Modello della macchina analitica di Babbage al museo della scienza di Londra
Bruno Barral (ByB), CC BY-SA 2.5, via Wikimedia Commons

Il Memex: Progetto irrealizzato ma primi passi

Ma per assistere alla nascita del primo antenato degli odierni strumenti, dobbiamo attendere fino agli inizi del ‘900. Di preciso, l’anno è il 1932 e il progetto di riferimento prende il nome di “Memex”. L’intento era quello di creare un sistema, all’interno del quale, un individuo, poteva inserire i propri libri, archivi, documenti e note personali, come se fosse un enorme hard disk. A capo del progetto c’era uno scienziato e tecnologo statunitense, Vannevar Bush. Il discorso non si concretizzò mai e la macchina non venne realizzata, ma l’apporto di conoscenze e d’idee rimase.

Come è ben noto, di lì a pochi anni sarebbe scoppiata una delle guerre più sanguinose che l’uomo abbia mai combattuto, la Seconda Guerra mondiale.

Forse non tutti sanno che la maggior parte delle innovazioni tecnologiche nascono da esigenze belliche. Un esempio su tutti è la nascita del World Wide Web, inizialmente impiegato nell’ambiente militare, per poi essere esteso a quello civile.

Le funzionalità del Memex erano limitate e basilari, per trovare il primo vero antenato dei moderni calcolatori dobbiamo fare un balzo in avanti di sei anni.

La Bomba e la decifrazione di Enigma

“La Bomba”, così venne chiamato, frutto della mente di un ingegnere polacco. Questo calcolatore fu inventato per rispondere ad esigenze militari e di controspionaggio. Per la precisione, il suo obbiettivo era decifrare i messaggi segreti dei tedeschi, codificati tramite un’altra macchina, altrettanto complessa, chiamata “l’Enigma”.

Ricostruzione de “La Bomba” basata sui disegni originali
CC BY-SA 3.0, Link

Lo Z1, ABC e la fine degli anni 30

L’anno successivo, nel 1939, si compì un ulteriore passo verso la modernità. Lo Z1 di Konrad Zuse ha il primato di essere stato il primo calcolatore programmabile basato sul sistema binario della storia.

Nello stesso anno, ad opera di due dottori della Iowa State University, fu creato il primo computer digitale totalmente elettrico, denominato “ABC”.

Tutte queste macchine, ovviamente, lavoravano a ritmi bassi, soprattutto se paragonati ai calcolatori odierni.

Colossus, Alan Turing, e di nuovo Enigma

Un altro tassello fondamentale venne messo dagli inglesi. Nel 1945, venne creato “Colossus”. Anche in questa circostanza, la spinta bellica aveva generato l’esigenza di captare, decifrare e tradurre i segnali nemici. Nel GCHQ di Bletchley Park, un programma condotto da Alan Turing si proponeva di nuovo l’obiettivo di costruire una nuova macchina in grado di decifrare i messaggi tedeschi prodotti e cifrati da Enigma.

Di questa macchina calcolatrice non se seppe nulla fino agli anni novanta poiché, alla fine delle Guerra, Winston Churchill fece distruggere il calcolatore e qualsiasi rimando ad esso.

Una ricostruzione del Colossus fotografata dal retro
MaltaGC, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Col cessare del conflitto, le tecnologie nate continuarono il loro sviluppo, adattandosi a scopi diversi, quello industriale su tutti.

Questo moto di continua crescita continuò fino agli anni ’70, duranti i quali possiamo collocare la nascita dei personal computer.

Prima di addentrarci all’interno di questa parentesi più recente, vogliamo citare una macchina elettronica che pose le basi dei PC. Stiamo parlando dell’Eniac, Electronic Numerical Integrator and Calculator. Questo progetto statunitense portò alla costruzione di un computer dalle enormi dimensioni, 180 metri quadrati con un peso di 30 tonnellate. L’Eniac divenne il primo strumento di calcolo senza parti meccaniche in movimento, costituito da soli circuiti elettronici. La macchina possedeva due grossi limiti: la lunghezza per la programmazione e il consumo eccessivo di energia. Nonostante non sia riconosciuto ufficialmente come primo computer nella storia, primato appartenente al Colossus, la sua importanza è stata rivalutata negli anni.

Chi ha inventato il primo personal computer e quando?

Durante gli anni 70, in Europa iniziò il movimento dei microcomputer, guidato dall’azienda pubblica Selenia. Questi dispostivi trovarono impiego nelle torri radio, oltre che nel settore industriale.

In quel periodo si diffuse l’onda dei computer fatti in casa: sempre più appassionati si cimentarono nella costruzione del proprio calcolatore elettronico. Questo contribuì ad allargare l’interesse verso queste tecnologie. Celebre l’Altair 8800, un kit messo in vendita a 495 dollari e sponsorizzato su una delle riviste più importanti del settore, Popular Electronics.

Olivetti P6060 e IBM500

Non possiamo non parlare della Olivetti, azienda torinese che passò alla storia per aver commercializzato, nel 1975, il primo home computer al mondo venduto come sistema preassemblato funzionante, con lettore floppy disk integrato. Il modello in questione si chiamava P6060 e concorreva contro un prodotto IBM, l’IBM500, ma che possedeva il lettore floppy esterno.

L’Altair si rivelò il punto di partenza delle due aziende, che oggi, sono leader indiscusse del settore. Infatti, proprio per l’Altair, due giovani nei pressi di Boston si unirono e crearono il Basic di Altair, ossia il primo linguaggio di programmazione scritto per un personal computer. I due in questione erano Paul Allen e Bill Gates, che di lì a poco avrebbero fondato Microsoft.

La diffusione dell’Altair facilitò la nascita di circoli di appassionati, denominati hacker. Proprio all’interno di uno di questi, si conobbero Steve Jobs e Steve Wozniak, futuri fondatori di Apple Computer. I due erano accomunati dall’idea di rendere i personal computer fruibili con immediatezza, togliendoli dalla scatola e attaccandoli alla corrente.

L’Apple II e l’esplosione dei personal computer

Ed è proprio l’azienda californiana, che nel 1977, rivoluzionò il mondo dei computer con l’Apple II. Questa macchina superò il concetto di home computer, tanto da esser considerata il primo esemplare di personal computer della storia. L’esigenza principale che guidava il loro operato era rendere l’informatica accessibile a tutti. Per questo, l’Apple II fu costruito ponendo tutte le componenti in una scatola, tastiera compresa.

Il computer fu messo in vendita a 1.195 dollari, il design accattivante e la possibilità di utilizzo videoludico lo resero un must da avere per tutti gli appassionati dell’epoca.

Un esemplare di Apple II
Rolf Schmidt (RolfS), CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Chi ha inventato il computer portatile?

Abbiamo ripercorso, tappa per tappa, un lungo viaggio, partendo dalle prime macchine calcolatrici giganti, caratterizzate dal fine bellico, arrivando a dei personal computer simili a quelli odierni, che incominciavano a creare un interesse sul mercato.

Ovviamente le macchine contemporanee hanno delle potenzialità estremamente più elevate, sia in termini di potenza di calcolo, che di memoria, e in generale nelle prestazioni, rispetto ai loro antenati.

Un’altra tappa fondamentale, secondo noi, nella storia evolutiva delle macchine calcolatrici, è rappresentata dall’introduzione dei personal computer portatili.

È difficile stabilire quale modello o casa di produzione abbia il primato di aver commercializzato il primo pc portatile della storia.

L’Osborne 1: un portatile poco portatile

Girovagando sul web e analizzando varie fonti, molti attribuiscono il primato all’Osborne 1, progettato dall’ingegnere americano Lee Felstein, prodotto dall’Osborne Computer Corporation, una società che ebbe vita breve, dal 1980 al 1985.

In realtà, era molto differente rispetto ai portatili di oggi. Innanzitutto, l’Osborne aveva un peso poco portatile, intorno ai 10 kilogrammi. Altre grandi criticità erano rappresentate dalla mancanza di una ventola di raffreddamento e dalla dimensione minuscola del monitor.

Nel primo anno di commercializzazione le vendite furono buone, poi l’arrivo dei competitors e alcune scelte poco ponderate della società portarono ad un rapido declino.

Il GRiD Compass 1101

Un altro modello innovativo fu il GRiD Compass 1101, il primo portatile a forma di conchiglia. Il prezzo fuori mercato, quasi 10.000 dollari, lo rese interessante solo per fine militari e aerospaziali, difatti venne utilizzato molto alla NASA.

Il Macintosh Portable, il Powerbook, e l’inizio della produzione di massa

A fine degli anni ’80, anche Apple si interessò al mondo dei portatili con Macintosh Portable, e la sua evoluzione, il Powerbook, che implementò la trackball, una sfera sotto la tastiera che aveva la funzione del mouse.

Un PowerBook 140, lanciato nel 1991 con la tipica trackball
Bluedisk at English Wikipedia, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Iniziò un vero e proprio percorso evolutivo dei portatili, che godevano di sempre più interesse, alimentato dall’introduzione di Windows 95, sistema operativo che permetteva di aumentare le prestazioni dei portatili.

Nel corso degli anni, la graduale diminuzione dei prezzi rese sempre più abbordabili e popolari i pc portatili. Oggi sono indispensabili, coniugando prestazioni e comodità.

Conclusioni

Siamo giunti alla fine, nel corso di questo articolo abbiamo analizzato eventi storici importanti, che hanno contribuito pesantemente ad arrivare dove siamo ora. La storia evolutiva della tecnologia è molto ampia, ricca di tentativi, successi e fallimenti.

Certamente il percorso evolutivo non si è fermato e non si fermerà, non ci resta che stare a guardare e goderci le prossime innovazioni, sperando che arrivino presto sul mercato.

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